4 luglio, Santa Elisabetta Regina di Portogallo

Un nome importante, quello di Elisabetta. Nome di regine, di imperatrici, di sante.

Elisabetta I diede il suo nome ad un periodo storico, contrassegnato dal genio di Shakespeare. Era figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, non si sposò mai. L’Inghilterra primeggiava in tutto il mondo.

Elisabetta II, l’attuale regina britannica, è sul trono dal 1952 e non sembra intenzionata ad abdicare anche se ha superato di gran lunga  il periodo di regno della sua antenata durato dal 1558 al 1603.

Elisabetta Imperatrice di Russia era figlia di Pietro il Grande e detenne il potere dal 1741 al 1762: poco tempo, sufficiente però ad ampliare i confini dell’Impero e a promuovere la cultura, fondando, nel 1755, l’Università di Mosca.

La nostra “parmigiana” Elisabetta Farnese sposando, nel 1714, Filippo V, diventò regina di Spagna.

De Zurbaran - Santa Isabel de PortugalFrancisco de Zurbarán - Santa Isabel de PortugalQui però a noi interessano le sante con questo nome prestigioso legate a leggende di rose. La più famosa è Elisabetta di Turingia. Si festeggia il 17 novembre. Erroneamente chiamata regina d’Ungheria: era figlia di re, ma sposò il langravio di Turingia, a soli 13 anni. Era nata nel 1207, rimase vedova nel 1227, a soli 20 anni e fu cacciata dalla sua residenza. Si dedicò completamente a opere di carità, peraltro contrastate.

La leggenda vuole che si recasse di nascosto a portare pane ai poveri.
Intercettata dalle guardie che le chiedevano cosa portasse in grembo ella mostrava, aprendo la veste, tante rose!
E’ ritratta così, con le rose in grembo, dai tanti pittori e artisti che hanno voluto farle omaggio.

Altri santi hanno ‘sperimentato’ il miracolo delle rose ed anche l’altra Santa Elisabetta, questa sì davvero regina, avendo sposato, anche lei a 12-13 anni, Dionigi re del Portogallo. Anch’ella ebbe un pessimo matrimonio e si dedicò ad opere di carità, ovviamente contrastate dal  brutale marito!
Come Elisabetta di Turingio anche i suoi pani si tramutavano in rose: così è dipinta in un bellissimo quadro di Francisco de Zurbarán.

Vetrata ottocentesca del Museo Poldi PezzoliChissà se l’artista italiano autore di una stupenda vetrata conservata in un celebre museo milanese conosceva il quadro del de Zurbarán: la posa delle due donne è molto simile.

Nella vetrata è rappresentata Matelda, la “bella donna” che appare a Dante nel XXVIII canto del Purgatorio:
… una donna soletta che si gia e cantando e scegliendo fior da fiore ond’era pinta tutta la sua via.

L’incontro si svolge in un luogo incantevole, un giardino pieno di fiori:
… volsesi in su i vermigli e in su i gialli fioretti verso me…

Matelda è la donna che condurrà Dante ad incontrare Beatrice ed entrare nel Paradiso: la donna " … che a’ raggi d’amore ti scaldi…", cioè che si scalda ai raggi dell’amore spirituale, è concepita dal poeta come simbolo.

Liliana Beatrice Ricciardi